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mercoledì 21 gennaio 2015

Da Piazza San Babila a Palestro

Percorso (Gmap)

Il percorso di questa gita si snoda per una parte di quello che era il Sesitere di Porta Orientale (o Porta Renza in omaggio ad Alessandro Manzoni: infatti Renzo, protagonista dei Promessi Sposi, entrò a Milano passando da qui).

Prima tappa: Piazza San Babila
La partenza è in Piazza San Babila. In questo percorso notiamo soprattutto la chiesa dedicata a San Babila. 
San babila, la chiesa

 

Seconda tappa: Palazzo Fontana Silvestri
Proseguendo per Corso Venezia, s'incontra Palazzo Fontana Silvestri, di epoca rinascimentale. Della facciata originaria del palazzo resta il ricco portale d'accesso, fiancheggiato da semicolonne in pietra d'Angera su alti plinti, decorate a candelabra nella parte inferiore e scanalate in alto (di struttura simile a quello di Palazzo Castani in Piazza San Sepolcro o Palazzo Bigli nell'omonima via).
 
Palazzo Fontana, il portale


Un tempo la facciata era coperta da affreschi (del Bramante o, secondo altre fonti, del Bramantino) ora praticamente scomparsi: qualche resto si nota solo poco sotto il cornicione.
Nel 1961 l'edificio è stato oggetto di lavori di restauro, intesi a restituirgli l'aspetto rinascimentale, nei quali emersero alcune aperture e finestre risalenti ad una preesistente costruzione gotica, che furono in seguito lasciate a vista dall'architetto Ferdinando Reggiori, che dirigeva i restauri.
Palazzo Fontana

Terza tappa: Seminario Arcivescovile
Il Seminario Arcivescovile è il seminario dell'Arcidiocesi di Milano.

Le sedi di proprietà del Seminario sono tre, situate a Venegono Inferiore (in provincia di Varese), Seveso (in provincia di Monza e Brianza) e Milano, in corso Venezia; tuttavia solo la prima è attualmente adibita alla formazione dei seminaristi. La sede di Milano è chiusa in attesa di futuri restauri.
Il primo seminario risale ai tempi di san Carlo Borromeo: l'inaugurazione avvenne nel 1564. Sotto l'episcopato di Federico Borromeo assunse forma definitiva la collocazione della sede in corso Venezia, con la denominazione di Seminario di Porta Orientale. Il portale, di impiano barocco fu disegnato dal Richini nel 1652. Ai lati presenta due cariatidi rappresentanti la Speranza e la Carità.
 
il portale del Seminario Arcivescovile




Quarta tappa: i segni delle Cinque Giornate di Milano
Sui muri dei palazzi di Corso Venezia sono ancora visibili le tracce delle cannonate delle Cinque Giornate di Milano



Quinta tappa: San Pietro Celestino 
Orfana del naviglio che le scorreva proprio davanti, la chiesa di San Pietro Celestino sorge dove probabilmente i Padri della Penitenza di Dio eressero ancor prima del 1270 una chiesa ed un convento. In quegli anni San Pietro Celestino qui fondò un ospedale. Nel 1317 i Padri Celestini raccolsero l’eredità del santo e la chiesa venne ricostruita: campanile e la volta sottostante che oggi ammiriamo sono di quel periodo.

Nel 1735 l’architetto Bianchi ricostruì la facciata prendendo spunto da un’altra sua opera, San Francesco di Paola.
San Pietro Celestino, la facciata

il Drago

Papa Celestino V

San Pietro Celestino è lo stesso papa citato da Dante nel III Canto dell'Inferno ove si dice:
« Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. »

Attualmente la chiesa è data in uso alla comunità egiziana copta.


Sesta tappa: il Palazzo del Senato 
Il Palazzo del Senato è un palazzo storico di Milano, che si trova in via Senato 10, attualmente sede dell'Archivio di Stato. 
 
Palazzo del Senato

il cortile

L'origine del palazzo risale al 1608, quando il cardinale di Milano, Federico Borromeo, volle erigere la nuova sede del collegio elvetico.
 
Il palazzo del Senato ospitò, durante l'età napoleonica, la prima buca delle lettere di Milano.
 
la prima buca delle lettere di Milano
Davanti al palazzo si trova anche la monumentale scultura "Mère Ubu" donata alla città da Joan Mirò nel 1973.
 
Mère Ubu (Joan Mirò)
Settima tappa: Palazzo Serbelloni 
Palazzo Serbelloni è uno storico palazzo neoclassico di Milano, situato in corso Venezia n. 16.
La facciata del palazzo è caratterizzata da un loggiato neoclassico progettato dall'architetto Simone Cantoni e finito nel 1793.
Palazzo Serbelloni
 Visibile dall'esterno è l'atrio del palazzo, affrescato a trompe-l'oeil, mentre non è più possibile trovare lo scalone monumentale, distrutto dai bombardamenti assieme al salone da ballo.

Ottava tappa: la casa con l'orecchio
A Milano esiste una casa con un orecchio ! Si tratta del Palazzo Sola-Brusca chiamato Cà dell’oreggia (casa dell’orecchio): una bella costruzione in stile liberty progettata nella seconda metà degli anni Venti, dall’artista mantovano e milanese d’adozione, Aldo Andreani.
 
la casa con l'orecchio


il curioso citofono (Adolfo Widt)

Il palazzo si trova in via Serbelloni 10 e il suo nome deriva proprio dal grande orecchio di bronzo, dotato di padiglione auricolare e condotto uditivo esterno, posto accanto alla porta di ingresso.
Il grande orecchio, opera del 1930 firmata da Adolfo Wildt, genio dell’ art nouveau in Italia, è stato concepito come citofono (è uno dei primi esemplari dell’epoca ed il primo di Milano) ma ora non è più funzionante.

La leggenda subito sorta attorno a questo strano orecchio vuole che, bisbigliando un desiderio nell'orecchio, questo si avveri.

Nona tappa: Palazzo Invernizzi
Più che il palazzo (ispirato al classicismo), è incredibile il giardino: una vera e propria oasi  che ospita una colonia di fenicotteri rosa e pavoni creata dal cavalier Invernizzi (l'inventore del "formaggino Mio") e mantenuta per disposizione testamentaria. 
Tutti gli uccelli di Villa Invernizzi sono nati in cattività. I loro progenitori furono portati dal Cile e dall'Africa prima che l'Italia, nel 1980, aderisse alla convenzione Cites , che tutela gli animali esotici e le specie a rischio di estinzione. 
 
Palazzo Invernizzi, fontana nel giardino


il giardino con i fenicotteri


fontana nel giardino

Decima tappa: Berri-Meregalli
Il Palazzo Berri Meregalli è sorto nel 1913 su progetto dell’architetto Giulio Ulisse Arata. Il palazzo è in stile eclettico con elementi tratti dal romanico (con le pietre, mattoni a vista, gli archi, le logge), dal gotico, dal rinascimento, frammisti al nuovo gusto liberty. Nell'androne è possibile ammirare i mosaici policromi e i soffitti di Angiolo D'Andrea. Bellissima inoltre è la scultura della Nike Alata opera di Adolfo Widt.
Palazzo Berri Meregalli

l'atrio con i mosaici policromi
ingresso col torrione


la Nike alata (Adolfo Widt)




la Nike Alata (Adolfo Widt)

Undicesima tappa: Piazza Eleonora Duse
Oltre al celeberrimo Quadrilatero della Moda, a Milano esiste anche il Quadrilatero del Silenzio. Perfetto per dimenticare la frenesia della città e immergersi in alcuni fra i luoghi più eleganti della Milano ottocentesca. Piazza Eleonora Duse, parte di questo "Quadrilatero" è circondata da bellissimi palazzi in stile Liberty.



Dodicesima tappa: i Giardini Pubblici
Passando sotto l'imponente arco del palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto (progettato da Piero Portaluppi) si sbuca su Corso Venezia, davanti ai Giardini Pubblici



il Museo di Storia Naturale
palazzo della società Carpaccio-Buonarroti-Giotto col caratteristico arco


Tredicesima tappa: Palazzo Castiglioni
Palazzo Castiglioni venne costruito da Giovanno Sommaruga tra il 1901 e il 1904, costutuisce un po' il "manifesto artistico" dell'"Art Nuoveau" a Milano. La costruzione fu commissionata dall'imprenditore Ermenegildo Castiglioni che nel 1900 volle farsi costruire un palazzo a Milano, in Corso Venezia. 
Sul portale d'ingresso campeggiavano due imponenti figure femminili metafore della pace e dell'industria. Tali figure però suscitarono scandalo e ne furono tratte vignette satiriche: soprattutto perchè erano troppo procaci e nude, per questo motivo al palazzo venne affibbiato il nomignolo di Ca' di ciapp, ovvero Casa delle chiappe. Le due statue furono così tolte e successivamente poste sul fianco della villa Luigi Faccanoni sempre a Milano (zona Buonarroti).


bassorilievo sul portone



le sculture spostate
la facciata

mercoledì 14 gennaio 2015

A spasso nel sestiere di Porta Vercellina

Percorso (Gmap)

Prima tappa: Piazza Mercanti
Piazza Mercanti era il centro della vita cittadina in epoca medioevale. Si estendeva fino all'attuale via Mercanti, prima dell'apertura del passaggio verso via Dante. 

Al centro si trova il Palazzo della Ragione o Arengario. 


Palazzo della Ragione in quanto è stato il primo Palazzo di Giustizia di Milano, Arengario invece perchè sede dell'assemblea dei cittadini che governava la città. Sulla facciata di questo edificio si trova l'altrorilievo di Oldrado da Tesseno che fece costruire il palazzo. Il portico di questo palazzo nasconde il "Telefono di Milano": un  incredibile effetto acustico.
Sempre in Piazza Mercanti si trova la Loggia degli Osii, sede della famiglia dei Visconti, signori di Milano. 

La famiglia rivale dei Visconti, i Torriani, invece aveva il palazzo situato dalla parte opposta della Piazze dei Mervanti di allora: il Palazzo dei Giureconsulti, ora su via Mercanti. Il Palazzo dei Giureconsulti fu il secondo Palazzo di Giustizia di Milano.
Tornando alla piazza, un altro palazzo degno di nota è Casa dei Panigarola, sede dei notai: il nome deriva dalla famiglia dei Panigarola, illustre famiglia di notai di Gallarate. 

Sulla facciata di questo palazzo è visibile una bifora, che però non è originale ma venne realizzata durante un restauro, copiando una finestra del Castello Sforzesco. 
 Infine c'è l'edificio delle Scuole Palatine

Come stile questo palazzo richiama il già citato Palazzo dei Giureconsulti su via Mercanti. Sulla facciata accoglie una statua del poeta latina Ausonio affiancato da una lapide che decanta le bellezze di Milano.

La Milano medioevale era divisa in sei sestieri e questa piazza prevedeva sei accessi separati, uno per ognuno dei sestieri: Porta Romana, Porta Comasina, Porta Vercellina, Porta Ticinese, Porta Nuova e Porta Orientale (o Porta Renza). Per procedere nell'itinerario passiamo attraverso uno di questi accessi: il Passaggio degli Osii.



Seconda tappa: la Pinacoteca Ambrosiana
 La Pinacoteca Ambrosiana nascue presso la Biblioteca fu la prima istituzione pubblica nata per assicurare una formazione culturale gratuita a chiunque avesse qualità artistiche o intellettuali. 

Di fronte ad essa, in via Cantù, si trova una curiosa la pide: si riferisce ad Antonio Sciesa, partiota milanese. Egli fu arrestato dall'esercito del generale Radezky per aver diffuso volantini sovversivi e condannato alla forca. Secondo la tradizione popolare, a un gendarme che, conducendolo al luogo di esecuzione, l'aveva fatto passare sotto le finestre di casa sua, esortandolo a rivelare i nomi di altri rivoluzionari in cambio del rilascio, avrebbe risposto in dialetto milanese: Tiremm innanz! (Andiamo avanti!).


Terza tappa: Piazza San Sepolcro
sul retro dell'edificio dell'Ambrosiana si apre la Piazza San Sepolcro. In epoca romana qui sorgeva il Foro Romano e le rovine sono ancora visibili nei sottarranei dell'Ambrosiana. 

Nella piazza ci sono molti e differenti luoghi di interesse. Anzitutto la Chiesa di San Sepolcro, da cui la piazza prende il nome. 


In questa chiesa le funzioni sono officiate secondo il rito ortodosso, notevoli al suo interno due composizioni in terracotta che riproducono, a grandezza naturale, alcune scene della vita di Gesù: l'Ultina Cena con la lavanda dei piedi ed un trittico sulla morte.




Di fronte alla chiesa sorge il Palazzo Castani, qui venne fondato, nel 1919, il Partito dei Fasci da Benito Mussolini. 

I partecipanti a questo prima organizzazione furono chiamati sansepolcristi. 
Il palazzo è sede anche di uno dei misteri di Milano: nella sua facciata, infatti è incastonata una "grata impossibile". 

Di fianco al Palazzo Castani sorge la Casa del Fascio con la caratteristiche Torre Littoria e annesso balconcino per i proclami.

Quarta tappa: Piazza Borromeo
In questa piazza si trova il Palazzo della famiglia Borromeo con il portone sormontato dal cammello dello stemma: il cammello che riposa in una cesta e sostiene una corona da cui svetta un cimiero di piume di struzzo secondo la tradizione, simboleggia l’obbedienza, la pazienza e la fedeltà.
chiesa di Santa Maria Podone

Palazzo Borromeo, il portone

il cammello dei Borromeo

un curioso abitante !
 In questa piazza si trova anche il monumento a San Carlo Borromeo

Inizialmente la statua era posta in Piazzale Cordusio ma la famiglia Borromeo fu costretta a trasportarla in piazza Borromeo nel 1786, "entro dieci giorni", per "intralcio al traffico", dopo che la carrozza del governatore austriaco di Milano vi era andata a sbattere. L'iscrizione latina alla base del monumento registra lo spostamento, sia pure addolcendone le motivazioni.
 

Quinta tappa: le cinque vie
Via del Bollo, Via Santa Marta, Via Santa Maria Podone, Via Santa Maria Fulcorina e Via Bocchetto formano l'incrocio a stella del centro storico di Milano, probabilmente esistito sin dall'epoca dell'impero romano.
Uno dei posti più milanesi della vecchia Milano, ma oramai dimenticato dai più.



Sesta tappa: San Matteo alla Banchetta
Questa chiesa sorge come cappella privata accanto al palazzo della famiglia Fagnani, illustri banchieri: attività che si ritrova nel nome della chiesa.
Nel Palazzo Fagnani visse la famosa Antonietta Fagnani, l'"amica risanata" cantata dal Foscolo.

Settima tappa: Santa Maria alla Porta

La chiesa di Santa Maria alla Porta deve il suffisso toponimico alla porta perché costruita nel luogo ove sorgeva la antica Porta Vercellina facente parte delle mura fatte erigere in epoca repubblicana da Ottaviano Augusto. La chiesa è famosa per la cappella della miracolosa "Madonna del Grembiule". 




A metà del Seicento iniziano i lavori di restauro della chiesa, poiché l’edificio originario è in condizione di degrado “[...]per la sua antichità e cattiva costruzione, ad opera di Francesco Maria Richini; quand’ecco mentre un muratore nel dì 8 dicembre 1651 stava scrostando la calce vecchia del muro esteriore, scoprì una Immagine di Nostra Signora col Santo Bambino in grembo, dipinta a tempera sopra il semicircolo di una porticella; già era in atto di scagliare i colpi del martello sopra la sacra Effigie, allorquando uno, che si trova presente, lo avvisò di desistere, scoprendo molto bello e divoto quel volto; il muratore col suo grembiule la ripulì dalla polvere, e scoperta la venustà dell’Immagine, preso da istantaneo orrore trattenne i colpi, e riverente la adorò; anzi si hanno alcune provate memorie, le quali asseriscono, che essendo lo stesso muratore già da gran tempo zoppo, spinto da divota confidenza sclamò: Vergine Santa raddrizzatemi, e tanto bastò, perché all’istante sentitosi risodare i nervi, calò dal tavolato colla grazie perfettamente ottenuta. Si sparse per la Città immantinente la notizia del fatto, concorsero supplichevoli i cittadini[...]”*
* M.T. FIORIO, Le chiese di Milano, Credito Artigiano, Milano, 1985, p.61.
La cappella venne distrutta durante i bombardamenti nel corso della Seconda Guerra Mondiale e solo recentemente sono iniziati i lavori di ricostruzione. 

Ottava tappa: Piazza degli Affari
In Piazza Affari sorge il palazzo della Borsa Valori di Milano, noto anche come Palazzo Mezzanotte dall'architetto Paolo Mezzanotte, che lo costruì.

Più recente ma ormai famosissimo qui sorge anche "Il Dito" di Cattelan. 

In realtà la scultura si chiama L.O.V.E. acronimo di libertà, odio, vendetta, eternità.

L'opera raffigura una mano intenta nel saluto fascista ma con tutte le dita mozzate - come se erose dal tempo - eccetto il dito medio. Il gesto irriverente, che contrasta ironicamente con lo stile classico e monumentale dell’opera, sembra così rivolgersi sia all’architettura del ventennio di Palazzo Mezzanotte sia al mondo della finanza che esso rappresenta.

Nona tappa: via Spadari
In questa via sorge un palazzo in stile Liberty: Palazzo Ferrario.